Archiviato, almeno per quest’anno, il progetto di far pagare il canone RAI con la bolletta della luce, come si paventava quando ho scritto la mia ultima nota, ecco qualche altra considerazione in tema TV tra Germania e Italia. Intanto diamo a Cesare quel che è di Cesare, o sarebbe meglio dire diamo a Mamma Rai quel che le spetta: il canone tv tedesco è di 211,44 all’anno, quindi quasi il doppio di quello RAI. Lo pagano tutti, con assoluta ed inesorabile puntualità, viene dedotto dal conto corrente ogni primo giorno lavorativo dell’anno. Praticamente impossibile evaderlo. Amici italiani che hanno un appartamento in Germania ove soggiornano saltuariamente e che non possiedono nè tv nè radio (sul serio) hanno vissuto le pene dell’inferno per convincere le autorità responsabili del fatto che non avessero apparecchi di ricezione audio-video in casa. Precisione tedesca. E tanta precisione – entriamo nel vivo dell’argomento di queste note – si riscontra nell’orario dei palinsesti. Sia di quelli delle emittenti pubbliche ARD e ZDF che di quelli delle private. In Germania un programma televisivo comincia esattamemente all’orario annunciato, spaccando il secondo. Ovviamente può accadere, che per cause di forza maggiore – ultimo caso, il prolungamento di alcuni programmi per dar spazio alle notizie sul sanguinoso attentato di Parigi al Charlie Hebdo – ci sia uno slittamento di orario, che viene annunciato ripetutamente con scritte in sovraimpressione. Ma l’inizio dei programmi è sacro. Pertanto, chi ne vuole registrare uno, può farlo con assoluta comodità e certezza di non avere poi sorprese. Domanda ovvia: perchè in Germania (e non solo, cito, per esperienza diretta l’Inghilterra) è possibile ed in Italia no? Boh? Mistero. O miracolo? Oppure trovate voi una risposta.