DI MARCO DEGL’INNOCENTI
MONACO DI BAVIERA – La domanda più politica di tutte rivolta ad Eike Schmidt, tedesco con cittadinanza anche italiana, candidato sindaco di Firenze per il centrodestra, arriva alla fine di una lunga intervista pubblicata sulla Frankfurter Allgemeine Sonntagszeitung, edizione domenicale dell’importante quotidiano di Francoforte: “Perché si candida per un partito post-fascista?”. Questa la risposta dell’ex direttore della Galleria degli Uffizi, oggi alla guida del museo di Capodimonte a Napoli: «Innanzitutto mi candido come indipendente, sostenuto da più partiti di centro-destra. E Fratelli d’Italia ha da tempo chiaramente rinunciato al fascismo. Si tratta di un partito post-post-post-fascista, Giorgia Meloni lo ha aperto ampiamente al centro. Oggi il partito si conforma al conservatorismo europeo».
L‘intervista, però, è tutta incentrata su quello che si potrebbe chiamare il programma elettorale di Schimdt. Ben sintetizzata nel titolo dell’articolo: «Voglio domare il turismo».
L’”overtourism”, il sovraffaticamento della città per i troppi visitatori, è il maggior nemico di Firenze, secondo Schmidt, che si propone di combatterlo. Ma non vuole certo “proibire” la città ai turisti: «io voglio gestire il turismo, dirigerlo in corsie ordinate, in un certo modo domarlo. Finora è accaduta soprattutto una sola cosa: niente. Si è lasciato semplicemente correre libero il turismo. Per esempio, i pullman con i turisti di una giornata pagano tariffe di parcheggio estremamente basse. E si è persino ancor più promosso il turismo a buon mercato». L’ex direttore degli Uffizi cita come ulteriore esempio negativo l’enorme crescita dei locali di fast food: «Pensate solo alla strada dietro il Palazzo Vecchio: una volta c’era solo un chiosco, oggi ce ne sono uno accanto all’altro. Le code a pranzo sono più lunghe che quelle davanti agli Uffizi».
Altro argomento caro a Schmidt la decentralizzazione delle attrazioni artistico-culturali, soprattutto al di fuori del principale magnete, gli Uffizi:
«Il museo del XX secolo, per esempio, fondato dal precedente sindaco Matteo Renzi, non dovrebbe essere necessariamente nel centro», osserva il candidato sindaco, che non ritiene che la gente venga a Firenze essenzialmente per farsi fotografare davanti al David in Piazza della Signoria, per porre poi l’immagine su Instagram e non verrebbe pertanto attratto da un museo di periferia: «Ci sono esempi di successo per questo. Pensate al Getty Museum di Los Angeles, che si trova lontano dalle solite rotte turistiche. Naturalmente non si può fare tutto da un giorno all’altro. In Italia abbiamo un museo d’arte moderna di successo a Rovereto, una località remota. Anche a Berlino non tutti i musei si trovano nel centro. A Firenze tutto è concentrato nel centro. Voglio cambiare questo. Non tutti e 110 i musei devono essere nel centro».
Quanto all’aumento notevole dell’offerta di alloggi tramite Airbnb, Schmidt si dice scettico difronte ad una possibile stretta: «La proposta di limitare l’affitto a qualche mese all’anno non avrebbe senso da noi. Gli offerenti non affitterebbero in inverno, e il sovraffollamento nella stagione principale non cambierebbe. Un grosso problema è il mercato nero, un altro è la crescente pratica del self-check-in, dove l’ospite registrato porta anche altri. Fino ad ora c’è stata troppa poca vigilanza».
Perplesso anche sulla tassa di ingresso per il centro storico come quella adottata a Venezia: «Sono curioso di vedere come funziona. A Venezia è più facile da realizzare che altrove, perché c’è solo un accesso principale alla città. Qui a Firenze sarebbe possibile solo con metodi cinesi, quindi con il tracciamento tramite telefono cellulare». Inoltre una tassa d’ingresso renderebbe la città ancora più un museo: «Firenze ha certamente, come molte altre città europee, un carattere museale. Tuttavia, deve rimanere una città per i suoi abitanti».